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Incontro con il Vescovo Pier Giacomo sul tema del Concilio Vaticano II
L’ultima visita del Vescovo Pier Giacomo a Giubiasco ci ha arricchiti con una bella visione panoramica sul Concilio Vaticano II.
Mons. Grampa prende spunto dalla seconda parte della sua lettera pastorale " Credo, Signore, ma tu accresci la mia fede" e sbaraglia due preconcetti: il primo è quello di ritenere che, poiché il Concilio non ha avuto nessuna definizione dogmatica, non sia importante. Il secondo è quello di ritenere che, poichè è stato un Concilio pastorale, pure sia meno importante degli altri.
Rifacendosi ad un concetto caro al cardinale Scola ha insistito dicendo che il Concilio ha una dinamica bipolare: Cristo e l’uomo di oggi. Il centro del Concilio è stato Cristo e incarica la Chiesa di essere il tramite che lega la storia dell’uomo a Cristo Signore. Il mondo attende un dialogo con la Chiesa, perché Gesù è venuto non per condannare, ma per salvare.La grande novità del Concilio, che obbliga la Chiesa ad entrare in dialogo con coloro che la pensano in modo diverso, ha fatto male a chi ritiene che la verità trasmessaci da Cristo obbliga gli altri a chinare il capo. La necessità del dialogo con il mondo chiede di rispettare la coscienza che non è soltanto "vera", ma può essere anche "retta", quando una persona è convinta di quanto crede e che, quanto crede, sia la scelta giusta.
Il Concilio ha messo a fuoco questo concetto di rispetto e di dialogo che ha incidenza anche sul rispetto delle altre religioni presenti nel mondo. Di conseguenza non ci si può scandalizzare se il Papa si reca ad Assisi a pregare con i rappresentanti delle altre religioni. Non ci si può lamentare se la Gerarchia cerca il dialogo anche nella sinagoga ebraica o nella moschea dell’Islam. Questo grande atteggiamento di rispetto suscita l’obbligo del rispetto della libertà altrui, della dignità umana e della libertà religiosa. Provoca un scelta nell’ecumenismo, tanto quanto nella disponibilità al dialogo con tutti. In altre parole, bisogna avere rispetto per chi non la pensa come noi!
Nel tempo dopo il Concilio qualche corrente di pensiero ha messo in dubbio la presenza e il lavoro dello Spirito Santo sopra i padri conciliari. Anche questo ci sembra una bestemmia. Il Concilio è stato ecumenico per la presenza di otre 2500 vescovi e provenienti da tutti i continenti. Nulla fa escludere che anche questa stessa variegata presenza di vescovi sia stata un’opera dello Spirito Santo che desiderava parlare alla Chiesa riscoperta come popolo di Dio. La lettura dei segni dei tempi, già rimproverata da Gesù ai suoi discepoli (Lc 12,54-
Il Vescovo ha terminato la sua presentazione invitando tutti a rileggere i testi del Concilio. Ha ricordato il grande Papa Paolo VI che è stato il vero Papa del Concilio Vaticano II. Egli per primo offrì una strada di dialogo con il mondo contemporaneo nella sua prima lettera enciclica "Ecclesiam suam", mentre aprì la strada alle visite pastorali nel mondo intero come dimostrazione della volontà della Chiesa di ricercare quel dialogo tanto auspicatonel Concilio stesso.