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S.MARIA ASSUNTA - campane

PARROCCHIA > LE CHIESE DI GIUBIASCO

Le campane della chiesa di S. Maria Assunta (parrocchiale)                                                                      

                                                                                                                                                                                                            audio attivato


La comunità parrocchiale scandisce l’orario del culto pubblico quotidiano, feriale o festivo. Le campane danno annuncio di avvenimenti gioiosi come i matrimoni, o tristi, come i funerali e invitano alla partecipazione alle gioie e alle sofferenze dei fratelli.
Viviamo in un tempo dove i rumori danno enorme fastidio, ma vorrei dire che le campane non sono rumori, bensì richiami di partecipazione. Ci interrogano sul valore che diamo ai sentimenti; ci interrogano sul tempo che dedichiamo alla preghiera; ci interrogano sulla nostra ricerca dell’interiorità e della divinità. Un tempo, anche dal punto di vista puramente civile, la campana chiamava a raccolta la comunità per correre a spegnere l’incendio, per l’inizio della scuola, per segnare la partecipazione alle Assemblee patriziali, comunali o parrocchiali. Segnava la presenza della morte nella comunità distinguendo – e tutti sapevano leggere i tocchi – il suono per la morte di un uomo, di una donna, di un bambino o di un membro della Confraternita locale.
Credo che oggi il segno delle campane non debba essere considerato un suono romantico che ricorda tempi passati, ma vada letto come un sonoro richiamo all’interiorità e alla religiosità. Il posto di Dio e del culto pubblico è stato emarginato quasi esclusivamente alla sfera privata e ad un culto fai da te. Essere richiamati ad una profondità di vita, ad una interiorità e ad una dimensione cristiana della vita, vale oggi, come un tempo.
Il cristianesimo ha un diritto di cittadinanza anche nello stile comunitario di una comunità perchè offre Cristo nei Sacramenti, perchè offre all’uomo il perdono del passato, offre una dimensione di eternità. Aiuta a far entrare la speranza nella morte e aiuta a dare annuncio di nuova vita non solo come nascita, ma come entrata nella comunione di coloro che sono amati da Dio e vogliono vivere illuminati da Dio.


(tratto dalla presentazione delle campane dopo il restauro del 2010 - don Angelo)

Dalle scritte sulle campane un richiamo alla vita

CAMPANA 1
“Chiamo i vivi, piango i morti”- “La popolazione e il comune di Giubiasco 1952"

Sono raffigurati:
Crocefisso, Madonna Assunta e S. Nicolao della Flüe


E’ una campana – il campanone – che ricorda a tutti di stimare le persone che formano la popolazione di Giubiasco, siano esse autoctone o straniere.
“Chiamare i vivi” ha il senso di far percepire loro l’importanza che hanno come presenza, come convivenza di valori e di culture, come impegno di ognuno a voler far ancora meglio per difendere la democrazia, a parlarsi per risvegliare le responsabilità di ciascuno, ad essere contribuente e usufruitore attento delle risorse del territorio. “Chiamare i vivi” significa chiedere di rispettare la vita e di rendere la vita non un momento da sopportare nell’attesa della fine, ma di vivere come vitalità e creatività.
“Piangere i morti” significa ammirare e apprezzare tutto quanto ci hanno trasmesso gli antenati, significa non mettere nel dimenticatoio la fatica, la cultura e la vita del passato. “Piangere i morti” significa fare la memoria per apprezzare politici, preti, artisti, pittori e autorità del passato. Significa avere la forza di personalizzare il loro apporto per avere, noi, il coraggio di creare del nuovo. “Piangere i morti” richiama il culto dei morti, la salvaguardia e il rispetto delle tombe nel camposanto. Richiama il compito – per tutti urgente – di pensare che non siamo eterni e che, un giorno o l’altro, entreremo anche noi nel numero dei defunti. Il Crocefisso è la sintesi di Colui che richiama ed è la Vita passando attraverso la morte di Croce. “Il risorto a Vita nuova” ci ricorda che noi cristiani dobbiamo appassionarci alla vita, perchè è bella, perchè è sacra, perchè è eterna, perchè è unica, perchè è dono.
La Madonna Assunta è la patrona della nostra parrocchia e ricorda Colui che è entrato nella gloria di Dio, dopo aver vissuto la vita facendo la Parola di Dio. Maria Assunta in cielo è la sintesi di quanto noi cristiani proclamiamo: siamo venuti nel mondo per amare Dio e costruire la storia degna dell’uomo e per raggiungere Dio nella gloria eterna.
S. Nicolao della Flüe è il patrono della Confederazione e ci ricorda l’impegno di costruire la pace mediante la preghiera e mettendoci del nostro. S. Nicolao della Flüe richiama ad ognuno di amare e stimare la pace facendola diventare un obiettivo voluto, desiderato e costruito.
La dedica “la popolazione e il Comune di Giubiasco 1952” ci ricorda che tutto questo amore per la vita e per chi è morto, non è una questione di fede, ma di partecipare, come vivente, alla costruzione di questo “oggi” che diventa 2010, invece di 1952.
Il campanone parla alle autorità e agli abitanti, indipendentemente dalla loro scelta partitica e dalla loro provenienza, indipendentemente dalla scelta religiosa. Tuttavia educa a tener calcolo della storia, della religione, dei valori che, da sempre, hanno realizzato questo Borgo amato e da amare, costruito e da costruire, da sognare migliore in quanto frutto di chi ha sognato prima di noi.

CAMPANA 2
"Lodo Dio, segno i giorni e le ore, vinco i fulmini. San Carlo prega per noi"

In omaggio a don Martino Imperatori che nel 1952 celebrava il 50. mo di parrocchia a Giubiasco:
"San Martino, ancora catecumeno, mi ricoprì con questa veste"


Questa era la campana sulla quale batteva il martello delle ore.
E’ il suono che ci ricorda di frequentare la chiesa insieme alla comunità per lodare Dio. Ci invita a cantare e a realizzare delle gioiose celebrazioni per rendere grazie a Dio per il dono di Cristo e della salvezza. Ma ci ricorda anche la preziosità del tempo: c’è un tempo per ogni cosa, c’è un tempo per lavorare e un tempo per riposare, c’è un tempo per seminare e un tempo per raccogliere.

Il tempo passa e si avvicina anche la nostra morte. Il tempo è da vivere anche in santità di vita per prepararci all’incontro con Dio. San Carlo è il patrono della Diocesi ed ebbe cura di ricostruire una mentalità di fede cattolica dopo la riforma.

Martino chiede di avere occhio e tempo per il povero nel volontariato e nella dedizione al servizio gratuito.

CAMPANA 3
"Dal fulmine e dalla tempesta, liberaci o Signore"

Sono raffigurati:
S. Giuseppe, S. Antonio da Padova e S. Pietro


Il suono di questa campana ci chiede sensibilità verso chi è nella calamità naturale. Il terremoto di Haiti, quello del Cile, le alluvioni e gli scoscendimenti portano sofferenza anche ai fratelli.
A noi è chiesto di essere attenti alla tematica ecologica, a prevenire possibili calamità naturali. Anche l’educazione all’ambiente è una risposta al volere di Dio che ci ha affidato il mondo perchè lo lavorassimo, lo conservassimo e lo consegnassimo vivibile anche alle prossime generazioni.

S. Giuseppe è il custode di Gesù, è il patrono dei morenti.

S. Antonio da Padova fu seguace di S. Francesco. Intenzionato a raggiungere l’Africa per l’evangelizzazione, fu fermato da una tempesta che lo obbligò a sbarcare in Sicilia. Qui si fermò a predicare con entusiasmo il Vangelo.

S. Pietro ci ricorda il tradimento di Gesù tanto quanto il gallo posto in cima al nostro campanile, ma soprattutto fu protagonista della calma riportata da Gesù durante la tempesta sul lago di Tiberiade (Lc 8, 22-25).






CAMPANA 4
"Dalla peste, dalla fame e dalla guerra, liberaci o Signore"

Sono raffigurati:
S. Rocco, S. Giobbe e S. Sebastiano


Il suono di questa campana ricorda alla comunità di sostenere coloro che sono in povertà, in malattia e in guerra.
Gesù ci ha ricordato più volte di amare gli ultimi, i malati e chi è nella sofferenza. Come pure ci ha dato di costruire la pace nel mondo. La scritta sulla campana cita un’invocazione che si trova nelle Litanie dei Santi e chiede a Dio di preservarci dalla malattia, dalla fame e dalla guerra. L’accezione ci chiede di apprezzare il benessere e la salute, come pure la pace che regna nel nostro Paese. E’ vero che ci preoccupiamo di mantenere salute, ben-essere e pace? Non è che stiamo diventando violenti per le strade e negli stadi, nei rapporti con i vicini?

S. Rocco è il patrono contro la peste e dedicò la sua vita a curare i malati di peste.

S. Giobbe è esempio di sopportazione e di forte fede anche nella sofferenza.

S. Sebastiano ricorda il tempo della persecuzione. Ascoltando questo suono potremo pensare anche alla Chiesa perseguitata, alla Chiesa che soffre, alla Chiesa che non è riconosciuta per quello che fa a favore della pace tra i popoli.



CAMPANA 5
"Lasciate che i bambini vengano a me"

Sono raffigurati:
S. Giovanni Bosco, S. Teresa del Bambin Gesù e S. Cecilia




Che educazione religiosa diamo ai nostri figli?

S. Giovanni Bosco ha inventato l’oratorio come struttura d’incontro e di formazione, come luogo di esperienza nel gioco per ragazzi e giovani. Che sostegno diamo alle attività di scuola della fede, allo scoutismo, all’attività di oratorio in Parrocchia? Quale attività pastorale giovanile sosteniamo?

S. Teresa del Bambin Gesù è la patrona delle missioni. Il suono della più piccola campana ci interroga sul nostro interesse verso Infanzia Missionaria, verso le situazioni di povertà e di sofferenza di tanti bambini nel mondo. Ci sono sufficienti adozioni a distanza? Ci sono aiuti e collaborazione tra coloro che vivono l’adozione come scelta familiare?

S. Cecilia è la patrona del canto. Ci invita a valorizzare chi si impegna alla Messa domenicale delle 11.00 per dare gioia all’incontro sacramentale con Cristo. Valorizza la catechesi e la formazione cristiana che trasmettiamo nella Scuola della Fede. Valorizza la presenza anche culturale della Cantoria di Giubiasco, del nuovo organo, dei concerti in chiesa.
Questa piccola campana... dovrebbe suonare da sola tutti i giorni all’orario di inizio delle attività educative verso la nuova generazione!

 
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